Quest’anno festeggio 10 anni da quando quel 26 giugno del 2014 lanciammo Destinazione Umana, un portale che ribaltava completamente la tradizionale concezione del viaggio. A chi stava per partire chiedevo: non dirmi dove vuoi andare ma chi vuoi conoscere.
Quel portale è poi diventato l’attuale Destinazione Umana, un tour operator che dal 2020 si è specializzato in viaggi ispirazionali a piedi per donne. Parallelamente abbiamo sviluppato anche la Scuola di Turismo Ispirazionale, un luogo dove formare operatori interessati a capirne di più su cosa sia il turismo ispirazionale.
Posso quindi dire di avere accumulato in questi anni un’esperienza sufficiente per dire, almeno fino a qui, cosa ha funzionato e cosa no nel mio modo di fare impresa.
Ecco perciò i miei 5 cents. Cercherò di evitare consigli ovvi (come il sempreverde “fai un business plan”) condividendo quello che per me ha davvero fatto la differenza. Nel bene e nel male.
1. Nessuno si salva da solo
Sono una a cui non piace fare le cose da sola. Mi piace decidere ma anche condividere. Quindi per me è stato fondamentale avere accanto persone che hanno creduto e credono, come me, in questo sogno. Con alcune siamo insieme dall’inizio di quest’avventura, con altre abbiamo percorso solo un tratto del cammino. Tutte hanno lasciato un contributo, e spero a tutte di aver – allo stesso modo- lasciato qualcosa. Quindi il mio primo consiglio è: se avete in mente un progetto imprenditoriale, trovate le persone giuste con cui portarlo avanti. Spesso chi fa impresa si sente solo (anche se difficilmente lo ammette). Avere qualcuno accanto che ti dà una pacca sulla spalla e la motivazione per andare avanti anche quando è difficile (e molto spesso lo è!) è fondamentale per non mollare.
2. Differenziarsi
Questo per me è un punto fondamentale, che ripeto come un mantra durante i miei corsi di formazione. Per citare Seth Godin “trova la tua mucca viola” e capisci come differenziarti in un mondo di mucche marroni. Siamo bombardati di proposte di ogni genere, scegliere diventa sempre più difficile in un mercato stracolmo di offerta. È necessario che ognuno indaghi su quale sia la propria unicità: cosa voglio portare di nuovo in questo settore? In cosa mi contraddistinguo? Quali sono i miei valori e il mio valore aggiunto? Ognuno di noi è un essere umano unico, ognuno di noi porta la sua unicità nella vita e nel lavoro. Indaghiamola e facciamola emergere.
3. Comunque un business plan è meglio se lo fai
Vabbè dai il consiglio sul business plan in questo genere di articolo va fatto. Lo dice una che si è decisa a farlo seriamente solo quest’anno. So che non mi fa onore, ma tant’è. Se avete un blocco, come è stato per me, fatevi aiutare. Vi assicuro che ne vale la pena per capire quale strada intraprendere o come aggiustare il tiro.
4. ESCI dai TUOI loop
Dire “uscire dalla propria zona di comfort” ormai è ridondante. Però è vero che la crescita avviene laddove c’è sforzo, dove proviamo a fare qualcosa di nuovo che può aprirci strade nuove. Io ero una che odiava parlare in pubblico, oggi non dico che lo faccio volentieri ma sicuramente l’essermi sforzata mi ha portata a fare formazione a tantissime persone a cui non sarei mai arrivata se mi fossi chiusa nel mio bozzolo.
5. La fretta è una cattiva consigliera
Questo è un aspetto su cui ancora devo lavorare, ma sicuramente rispetto al passato sono molto migliorata. Tendo a sentire l’urgenza di fare le cose nell’esatto momento in cui mi passano per la testa, ma ho imparato che spesso serve tempo per farle maturare e che quel tempo posso anche gustarmelo. Poi, a volte, ancora ci cado nella fretta e ne pago le conseguenze. Ma qua lavoriamo per migliorarci, non abbiamo certo la perfezione come obiettivo.
6. Non prendere decisioni nei momenti di euforia (e nemmeno in quelli di disperazione)
A proposito di 5 cents, se li avessi presi per ogni volta che ho detto “basta, chiudo, non ne posso più” a quest’ora avrei probabilmente fatto i famigerati soldi. Idem per tutte le volte in cui, presa da momenti di euforia, ho condiviso piani insensati di conquista del mondo tra gli sguardi attoniti di chi mi ascoltava. In questi casi, per fortuna, intervengono le persone del punto 1. E talvolta pure la razionalità. E così, normalmente, la situazione rientra. Quindi, ricorda: prendi decisioni solo in situazioni di pseudo equilibrio. In tutti gli altri contesti umorali: fermati.
7. L’ottusità (non il coraggio!) premia
Dato che quest’anno ho deciso di affrontare il mio rapporto con i soldi, oltre a fare finalmente il business plan ho anche iniziato ad ascoltare un podcast che tratta l’argomento. E in una puntata in cui veniva intervistato un famoso fumettista, a proposito di come arrivare al “successo” lui diceva ironicamente questa frase che mi è rimasta impressa: l’ottusità, non il coraggio, premia! Questo perché, spesso, chi ha un sogno non ammette deviazioni. E insiste, insiste, insiste…e alla fine, a furia di insistere, probabilmente ce la farà. È come il calabrone che non sa di non poter volare, e vola. Ecco, io mi ci sono rivista. Ancora oggi, spesso le condizioni mi suggerirebbero di mollare. Ma io insisto, e dopo 10 anni, una pandemia e vari inciampi sono ancora qua.
8. Semplicità
Proprio perché siamo “ottusi”, spesso noi imprenditrici e imprenditori non ci mettiamo davvero in ascolto del nostro pubblico. E andiamo avanti per la nostra strada sperando che capiscano (perché DEVONO capire!) il labirinto che abbiamo in testa. Io continuo a trasformarmi molto spesso nell’Ufficio complicazione affari semplici. Ricordarmi periodicamente di snellire e semplificare il messaggio che voglio fare arrivare, mi aiuta a risintonizzarmi col mio pubblico.
9. Costanza
“Spes ultima dea” dicevano i latini, ricollegandosi al mito greco di Pandora visto che la speranza fu l’ultima a uscire dal mitico vaso che conteneva tutti i mali del mondo. Allo stesso modo, il mio maestro buddista Ikeda diceva che quando non c’è speranza è il momento di crearla. Capiterà che si apriranno portoni dopo porte chiuse in faccia, come capiterà che si apra proprio un bel niente. In entrambi i casi, è importante avere la costanza per andare (ottusamente) avanti.
10. Coerenza
La caduta di personaggi mediatici noti negli ultimi mesi ci ha insegnato come, specialmente in questi anni di sovraesposizione possiamo perdere tutto tranne che la reputazione. Prestiamo quindi molta attenzione a lavorare davvero in coerenza rispetto ai valori che decidiamo di portare avanti. Che di green, pink e chissà cos’altro “washing” è pieno il mondo. Mentre il mondo ha bisogno di ben altro per invertire la rotta.
(Ne ha parlato sul suo blog anche la mia collega Francesca Sanzo).
11. Culo
Ora prendi i 10 punti precedenti, resetta tutto e ricorda una cosa fondamentale: nella vita serve anche culo. Non credere al motto neoliberista che ha offuscato la testa a molti (me compresa) che se vuoi, puoi. Semplicemente: non è vero. La classe da cui provieni, il genere, l’etnia, l’orientamento sessuale potranno agevolarti o ostacolarti anche parecchio in questo percorso. Per approfondire ti rimando a questo articolo di Alice Orrù sulla “ruota del privilegio” di cui allego immagine sotto. Possiamo certamente provare a trasformare la nostra situazione. E per farlo serve molto lavoro, nel mio caso ha aiutato anche la spiritualità e poi, naturalmente, tanto culo.
Credit: l’immagine l’ho presa da questo post LinkedIn di Giorgia Ortu La Barbera.